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America

Vivi, viaggia, avventura, benedici, e non dispiacerti. – Jack Kerouac È passato praticamente un mese dal mio arrivo a Ushuia, città più australe del mondo, nella Patagonia e punto d’arrivo della mia traversata del continente americano da punta a punta. Dalla costa dell’Oceano Artico in Alaska alla Terra de Fuoco in Patagonia. È passato un mese gia’, ma un mese frenetico di preparativi, di cambio di attrezzatura, di cambio continente. Pensavo che arrivando a Ushuaia e terminando la tappa americana avrei avuto un po’ di tempo per me, per assaporarmi

Premessa: di solito non scrivo circa i percorsi che faccio perché trovo molto noiosi blog del tipo: mi sono alzato alle ore X, pedalato per Y Km, fermato per il pranzo qui, l’approvvigionamento idrico lì. Comunque, voglio scrivere di un percorso che potrebbe offrire un modo alternativo lasciare (o arrivare) Villa O’Higgins diverso dal normale traghetto da 50$. Le informazioni su questa via sono scarse e molte sono fuorvianti. I proprietari di barche a Villa O’Higgins hanno tutto l’interesse a tenere lontano le persone da Paso Mayer per ovvi motivi.

A quel tempo danzavano per le strade come pazzi, e io li seguivo a fatica come ho fatto tutta la vita con le persone che mi interessano, perché le uniche persone che esistono per me sono i pazzi, i pazzi di voglia di vivere, di parole, di salvezza, i pazzi del tutto e subito, quelli che non sbadigliano mai e non dicono mai banalità ma bruciano, bruciano, bruciano come favolosi fuochi d’artificio gialli che esplodono simili a ragni sopra le stelle e nel mezzo si vede scoppiarela luce azzurra e

Lasciare New York, non è mai facile (mi sta facendo a pezzi). Ho visto la luce svanire – R.E.M “Leaving New York” 22/12/2015 Hmm…pesante. Troppo pesante. Troppo carico. Impossibile continuare il viaggio in questo modo. Ho le gambe dure. Non faccio più velocità. Non ci sono abbastanza ore di luce per fare chilometri. Fa’ più freddo del previsto. Questi sono solo alcuni dei pensieri che assillavano la mia mente appena lasciato San Francisco. Non sono l’unico che ha problemi a riprendere il viaggio dopo una lunga pausa, leggendo i racconti

Quando sono arrivato a Fairbanks a casa di Ben, colui che aveva accettato di ospitarmi tramite warmshowers.org (ma Ben è molto attivo anche su Couchsurfing) c’era ad aspettarmi un pacchetto che Cyndie, marketing manager di Skyroam mi aveva inviato. Skyroam produce un hotspot con una SIM virtuale. Significa poter viaggiare con questa scatolina che crea un hotspost personale al quale collegare tramite Wi-Fi fino a 5 dispositivi: il proprio cellulare/i, laptop, tablet, ereader (Kindle e simili) e quant’altro vi portate in vacanza e volete connettere a Internet senza svenarvi in

Un viaggio si misura meglio in amici che in miglia. – Tim Cahill Ho pedalato per due mesi da solo, per la maggior parte tempo in lande desolate, giornate scandite dagli elementi. La cultura ellenica ne elencava quattro: fuoco, terra, aria ed acqua. Secondo Aristotele a questi se ne aggiungeva un quinto, l’etere o anche la quintessenza. La considerava essenza del mondo celeste al contrario delle quattro terrestri e credeva che l’etere fosse eterno, immutabile, senza peso e trasparente. Gli alchimisti addirittura credevano che l’etere fosse il composto della pietra

Non esistono condizioni meteo avverse. Esistono solo uomini arrendevoli. – Aldo “Rock” Calandro   Martedì 8 settembre 2015 Mi piacerebbe aver già narrato di come ho superato la Dalton Highway, della mia partenza da Deadhorse, Prudhoe Bay, del mio faccia a faccia con un grizzly, dell’ipotermia alle mani, delle giornate di pioggia incessante, della neve, del dolore di montare e smontare la tenda al freddo con i guanti inzuppati e gelidi, i pasti saltati per la stanchezza o il freddo o la paura degli orsi, del non potersi muovere nel